PINO
SPINELLI – L’ACQUERELLISTA DELLA BELLEZZA
Pino
Spinelli, l’acquerellista, che, con uno stile neonaturalista,esaltava
la bellezza del mondo visivo, ma ben conosceva tutte le altre tecniche.Come
acquerellista eccelleva con una padronanza della tecnica e del disegno
da potersi paragonare solo a Walter Molino, ponendosi ai vertici
dei maestri dell’acquerello. In un secolo in cui altri innovatori
si opponevano alla bellezza classica,creando altri canoni espressivi,
dall’astrattismo, al cubismo,al futurismo, al surrealismo,
alla metafisica, allo spazialismo, all’uso dei materiali poveri
e realizzando grandi capolavori. Ma una marea d’imitatori
ha invaso l’arte del novecento, sconvolgendo ogni regola e
costruendo un caos senza precedenti nella storia dell’arte
di tutti i tempi. Ma come Ulisse si turò le orecchie per
resistere all’ammaglianti canti delle sirene tra Scilla e
Cariddi, così fece Pino Spinelli, opponendosi alle lusinghe
di un facile successo, alle ricerche di nuovi linguaggi espressivi
ed innovativi e conduce una battaglia in solitudine, in difesa di
una postura di tradizione, ma solida, sincera senza enigmi e senza
inganni, ma per realizzarla ci vogliono qualità tecniche
non comuni e un grande coraggio.
Oggi
chi non possiede qualità tecniche, chi ignora il disegno,
scimmiotta idee già vecchie come il dadaismo che continua
a produrre pseudo artisti privi di tutto. Dilagano gli epigoni d’informali
e d’astrattisti spesso privi delle più elementari nozioni
tecniche e pretendono d’essere all’avanguardia e, non
si accorgono che dopo tanto sfacelo caotico d’un secolo senza
regole, resistono i figurativi con un ritorno alla pittura dipinta,
alla figurazione. Una figura di donna di Lucien Freud, e’
stato venduta all’asta per 34 milioni di dollari, ma il nostro
tempo è anche quello dei fantocci impiccati di Cattelon,
che è diventato popolare con la statua iperrealista di Giovanni
Paolo Secondo schiacciato da una meteorite, e di Damian Hirst, l’inglese
che a 44 anni ha guadagnato un miliardo di dollari con un animali
in formalina per cui lo squalo, a distanza di due anni andò
in putrefazione!
Realizzò
una crocifissione blasfema, sostituendo Cristo ed i due ladroni
con tre pecore! Lo scultore tedesco Kippenberger, imitandolo, mise
in croce una rana! In un mondo senza ordine, dove milioni di poveri
muoiono di fame, ovunque, e tanti passano le notti nei cartoni,
agli angoli delle strade, altri muoiono in incidenti nelle strade,
sul lavoro, sulle ferrovie, sugli aerei, sulle navi, in guerre,per
razzismo; l’uomo ha bisogno di serenità.
Già
nell’ottocento, il grande scrittore drammatico russo Dostoievski
scrisse: La bellezza ci salverà” E ben tre Pontefici:
Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nelle lettere agli
artisti raccomandarono di evidenziare la bellezza ed i valore positivi
dell’uomo e della natura. Nel 1900, non mancarono artisti
che auspicarono un ritorno all’ordine, e, Pino Spinelli fu
tra coloro che condivisero l’idea di salvare la bellezza ed
i valori positivi della realtà nella sua pluralità,
con un ritorno all’ordine contro il caos, ogni mediocrità
barattata per avanguardia. Amò la chiarezza compositiva,
con un disegno impeccabile, una pennellata fluida, leggera con l’aria
e trasparente come il cristallo, ma evidenziò la volumetria,
i valori tattili, la spazialità scientifica ed area, con
una luce armoniosa e tenera ed un lirismo poetico. E’ una
pittura che al fruitore trasmette serenità. Sicurezza. Così
rara in un mondo come il nostro, dominato dalla violenza e dall’egoismo,
dalla perdita dei valori positivi, dove una minoranza a livello
planetario lotta per salvare l’umanità esaltando la
bellezza e l’amore per il prossimo, quell’amore che
a dirla con Dante:… ”salva il sole e l’altre
stelle” …..
PASQUALINO
COLACITTI (Gennaio 2009)
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