E’
opportuno ricordare, parlando dell’artista Pino Spinelli,
che in occasione della Mostra Antologica tenutasi, nell'ottobre
del 2002, presso la Galleria Ars Italica di Milano, è stato
rivolto all’artista il plauso ufficiale della massima carica
dello Stato: un riconoscimento considerevole che esalta le straordinarie
doti del pittore, sicuramente una dei più importanti interpreti-protagonisti
nell’ambito della complessa disciplina dell'acquerello, una
tecnica che per lui, come molte altre, non celava, ormai, più
segreti.
Così, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
ha espresso il suo vivo apprezzamento verso l’artista scomparso,
al figlio:
“La mostra antologica delle opere del Maestro Pino Spinelli
rappresenta un evento culturale che merita vivo apprezzamento. Originale
figura d’artista, egli ha esercitato la sua creatività
nelle varie tipologie pittoriche, dall'affresco agli acquerelli,
alla ceramica, valorizzando l'insegnamento degli antichi artigiani
lombardi. Con questi sentimenti, il Capo dello Stato invia a Lei,
egregio Dottor Spinelli, affettuoso custode dell'opera di suo padre,
e a tutti i partecipanti un saluto e un augurio cordiali...”.
Roma, Quirinale, 17Ottobre 2002
Non é da tutti essere ricordati, a pochi anni dalla morte,
persino dal Capo dello Stato, per l’elevata statura professionale
e le qualità delle espressioni artistiche, in particolare
per gli acquerelli...
Pino Spinelli, negli anni Cinquanta, abbraccia il “Divisionismo”,
in altre parole quella pittura che rompeva con i temi tradizionali
e disincantati, per affrontare il tema del lavoro, come dimostra
la sua opera-affresco “Dai campi lo sviluppo economico”
in cui l’artista rende omaggio alla civiltà contadina
(all’Italia che lasciava il posto alla civiltà industriale)
con un impianto che lascia intravedere, nell’impostazione
scenica, l’influenza dell’opera “Il quarto stato”
di Pellizza da Volpedo; Spinelli tratta, pertanto, quelli che erano
i grandi temi del realismo italiano, introdotto in Italia da Guttuso,
confermandosi pittore specchio del suo tempo, intimamente legato
ai problemi sociali. Sullo sfondo dell’opera, il tema dell’urbanesimo
che avanza e si afferma...
Altezzose e gentili, le donne di Spinelli, sobrie e composte, nell’armoniosa
composizione per l’affresco che adorna un edificio; splendidi
quadri rendono omaggio, invece alla Milano pulsante di vita e d’affari,
attraverso un’atmosfera rarefatta, evocatrice delle opere
del più interessante Toulouse- Lautrec o della fotografia
cinematografica, anni Cinquanta, del più brillante Tornatore
(vedasi l’opera “ Piazza Cordusio”).
Romantico, sensibile d’animo, Spinelli offre la sua eccellente
tecnica alla poesia di una passeggiata in Galleria, nella metropoli
lombarda, adottando una straordinaria ed originale tavolozza dalle
cromie che assecondano il sapore del ricordo del tempo perduto,
come foto d’antan, dai colori sfumati, stesi a mano, una ad
una...” Piazza Duomo”, “Verso San Babila”,
“ In Galleria”: opere che rendono il sentito tributo
del maestro alla capitale degli affari, velata dall’artista
per mezzo dell’arcano, poetico soffio di poesia, supportata
da una brillante tecnica.
Eccellente, dunque, la capacità di Spinelli nel conferire
dinamismo scenico all’impianto pittorico, attraverso forme,
piani e sfondi, cromaticamente e ritmicamente bilanciati. Pittore
coerente e forte, l’artista, pur assorbendo inconsciamente
le influenze del panoramico pittorico del suo tempo, non si lasciò
mai condizionare dalle scelte dei colleghi che seguirono movimenti
e mode, aderendo a quelle correnti che crearono notevole scompiglio
nel lasso che intercorre tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta
(basti pensare alla Pop Art, alle tele tagliate di Fontana o ai
sacchetti di plastica per spazzatura bruciati sulle tele)...
Spinelli resta sempre fedele ai suoi canoni ed ai suoi stili; ciò
gli consentirà di affinare sempre più, nel tempo,
le sue tecniche, confermando la sua figura quale una delle più
significative nel panorama artistico a cavallo tra gli anni Cinquanta
e Novanta. Pittore eclettico, egli ha lasciato testimonianze tangibili
della sua versatilità, consegnando ai posteri brillanti opere,
ceramiche pregiate ed originali “Graffiti”che parlano
del suo profondo amore per l’arte.
Maria
Teresa Prestigiacomo (novembre 2005) - mariateresa.prestigiacom@tin.it
|